La Storia

La città di Silvi è un vero e proprio gioiello della costa adriatica che non smette di stupire i suoi visitatori. La sua è una storia millenaria, le cui origini risalgono all'antichità. Il toponimo Silvi, infatti, deriva dalla parola latina Silvae, che significa "boschi" ed è un chiaro riferimento alla natura boschiva che un tempo caratterizzava la zona. Inoltre, secondo alcuni storici, in epoca preromana vi era un tempio dedicato al Dio Silvano Selvans, che proteggeva la natura e le attività agresti.

Silvi Paese, situata su un crinale a 240 metri di altitudine rappresentava un importante avamposto difensivo per il territorio, era una vera e propria vedetta naturale avanzata della vicina e potente Hatria (Atri). 

Grazie alla sua posizione strategica, Silvi permetteva ad Atri di esplorare lo specchio di mare antistante l’antico porto di Matrinum. Silvi, inoltre, era attraversata dalla Via Caecilia, una   diramazione della Via Salaria che collegava Roma con l'Adriatico. Nel corso dei secoli, la città di Silvi è stata testimone di eventi storici importanti, come il passaggio del console Claudio Nerone e delle orde di Spartaco durante la guerra servile.

Durante il predominio romano, il borgo venne fortificato e unito, diventando il Castrum Silvae. Nel Medioevo, la cittadina subì frequenti invasioni dei corsari turchi e  saraceni.

Presso l’antico porto del Cerrano approdavano mercanti di ogni parte d'Italia, tra cui il padre di Giovanni Boccaccio, che, durante una carestia terribile nel 1319, sbarcò 500 salme di grano e altrettante di orzo. 

Nel periodo medioevale, il castello di Silvi rappresentava un importante avamposto difensivo della zona. Il borgo era circondato da una cinta muraria, con tre torri di controllo di otto metri ciascuna, tra le quali la Torre Belfiore, che permetteva una vista strategica sul mare e sui monti.

Nel 1273, Silvi viene menzionata nel demanium Adriae quale terra di pertinenza dell'abbazia di San Giovanni in Venere. Nel 1393, re Ladislao d'Angiò Durazzo vendette Silvi al duca Antonio Acquaviva insieme alle città di Atri e Teramo.

Durante l'età moderna, con l'istituzione del Regno di Napoli, fu abolita la feudalità e Silvi divenne un comune autonomo. Sulla pianura costiera che separa il colle di Silvi Paese dal mare iniziò a svilupparsi il primo nucleo della cittadina marittima, che conoscerà un sostenuto sviluppo demografico e turistico veicolato dalla costruzione nel 1863 della ferrovia Adriatica.

Oggi Il borgo di Silvi Paese è il cuore antico della cittadina e attrae l’attenzione di molti turisti, che amano passeggiare tra i suoi vicoli caratteristici, ammirare gli scorci paesaggistici del suo meraviglioso belvedere e la passeggiata panoramica sugli splendidi archi.

La parte moderna di Silvi si estende lungo la costa ed è caratterizzata da spiagge dorate, bagnate dalle dolci acque dell’Adriatico. Il paese è circondato da colline rigogliose e nelle campagne degli immediati dintorni è possibile ammirare il particolarissimo fenomeno geologico dei calanchi, profonde erosioni del terreno che assumono forme particolari. Le sonstuose catene montuose del Gran Sasso d'Italia e della Majella fanno da sfondo a questi meravigliosi paesaggi.

La storia di Silvi si fonde gradevolmente con la moderna vocazione all'ospitalità, che garantisce ai turisti e ai residenti un'atmosfera di benessere e relax. La tradizione culinaria del territorio offre piatti tipici del mare e della terra, accompagnati dai pregiati vini locali. Percorrendo le antiche vie del borgo si ha come l’impressione di essere immersi in un passato senza tempo ricco di suggestioni, scorci panoramici mozzafiato, frammenti di vita e di antiche tradizioni.